Washington D.C.

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Tempestoso romanzo corale, Washington D.C. racconta le vicende personali, familiari, politiche e mondane di numerosi personaggi nel contesto storico che abbraccia gli anni della fine del New Deal, la seconda guerra mondiale, fino alla guerra fredda e alla guerra di Corea. Due le famiglie a cui appartengono le figure centrali della storia: quella dell’anziano senatore democratico dell’ala conservatrice Burden Day – rappresentante apparentemente incorruttibile della vecchia America isolazionista –, ancora in corsa per la rielezione, e quella di Blaise Sanford, ricchissimo magnate dell’editoria che senza scrupoli utilizza il suo potere sia negli intrighi politici che nelle questioni private. Tra loro si destreggia un giovane e affascinante politico, Clay Overbury, meticoloso e fedele assistente del senatore Day, che si spiana la strada sposando Enid, la giovane, bellissima e bizzarra figlia di Blaise, la cui natura indipendente, espansiva e amante degli eccessi la condannerà a un tragico destino. E sono sempre potere, sesso e soldi a muovere aspirazioni e comportamenti della ricca cerchia di personaggi minori, i quali, come in una coreografia, occupano la ribalta vivificata dagli irresistibili dialoghi che attirano il lettore al centro della scena.
Considerato il giudizio definitivo di Vidal su come il sistema politico americano degradi coloro che vi partecipano, Washington D.C., sesto volume del ciclo Narratives of Empire, è una sconvolgente storia di corruzione e ambizioni malate. Con la sua caratteristica arguzia, Vidal ci racconta la vita nella capitale statunitense nel momento in cui l’America viene trasformata in quello che sarà «probabilmente l’ultimo impero sulla Terra».

«Gore Vidal, che in questa città è cresciuto, ha scritto con Washington D.C. quello che potrebbe essere considerato il miglior romanzo contemporaneo sulla capitale».
«The New Yorker»


«Washington per Vidal è come un tribunale giacobino: una città dove anche il più piccolo movimento è interessante e pericoloso, e dove le aggressioni e i suicidi hanno preso il posto del veleno».
«Times Literary Supplement»

Dettagli libro

Sull'autore

Gore Vidal

Straordinario saggista e polemista, ha sempre svolto un ruolo di testimone scomodo della vita americana. Nel 1993 ha vinto il National Book Award con la raccolta di saggi United States: Essays 1952-1992. Amante dell’Italia, che ha sempre considerato una seconda patria, ha vissuto tra Los Angeles e Ravello, sulla costiera amalfitana. Del ciclo Narratives of Empire Fazi Editore ha già pubblicato L’età dell’oro (2017), Emma, 1876 (2018), Impero (2019), Burr (2022) e Hollywood (2025), e tra le molte opere dell’autore i romanzi Creazione (2016), Giuliano (2017) e La statua di sale (2018).

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