I gentiluomini di fortuna
I gentiluomini di fortuna

I gentiluomini di fortuna

Cardiff, 1952. Mahmood Mattan, un giovane marinaio somalo, è disoccupato e si è sistemato in una stanza presso un affittacamere di infima categoria: la moglie Laura – gallese, bianca – non vuole più averlo tra i piedi se non si decide a rigare dritto. Mahmood, però, non intende rinunciare ai suoi figli, a cui è molto legato, né alla sua donna e per provvedere a loro va avanti a piccoli furti e scommesse: ha un carattere orgoglioso, testardo, riottoso, ma è fiero delle sue origini e della sua storia; è analfabeta, ma è un poliglotta e un uomo d’esperienza. Tutto cambia, per lui, quando Violet Volacki, una negoziante ebrea della zona, viene brutalmente assassinata, e la famiglia offre una ricompensa di duecento sterline a chiunque fornisca elementi validi per trovare il colpevole. All’inizio Mahmood è convinto di poter ignorare le voci che cominciano a circolare su di lui: sarà pure un giocatore d’azzardo e un ladruncolo, ma non è un assassino. È un padre, è forte della sua innocenza e ha fiducia nella giustizia. Con l’avvicinarsi del processo, però, la sua prospettiva cambia, e il giovane uomo si trova a dover lottare strenuamente per la sua vita, con tutte le carte contro di lui: un’indagine scadente, un sistema legale disumano e un razzismo pervasivo e radicato nella società. All’ombra del cappio del boia, Mahmood inizierà a rendersi conto che anche la verità potrebbe non essere sufficiente a salvarlo.
In questo romanzo potentissimo, meritatamente incluso nella rosa dei finalisti al Booker Prize, Nadifa Mohamed ricostruisce con grande cura la vera storia di Mahmood Mattan, l’ultima persona a essere giustiziata per impiccagione a Cardiff e la prima a essere riabilitata dopo che, nel 1998, fu dichiarato vittima di un caso di malagiustizia.

«I gentiluomini di fortuna è quel raro tipo di romanzo che ti spezza il cuore e, così facendo, ti dà la vita. Nadifa Mohamed è una rivelazione: scrive con il lampo feroce e compassionevole di chi dice la verità, mette a nudo l’orribile condizione coloniale che affligge tanti di noi, in cui la verità non può superare l’ingiustizia. Se un romanzo può essere un vendicatore, allora I gentiluomini di fortuna è quello che tutti stavamo aspettando».
Junot Díaz


«Una scrittrice di grande umanità e intelligenza. Nadifa Mohamed dimostra una comprensione profonda di come le vite vengono modellate dal grande corso della Storia e dagli incontri intimi tra esseri umani».
Kamila Shamsie


«I gentiluomini di fortuna conferma che Mohamed è una delle star letterarie della sua generazione».
«The Observer»


«Tanto istruttivo quanto commovente. C’è una magnificenza naturale nel ritratto di quest’uomo comune intrappolato negli ingranaggi della città. I lettori sentiranno echi di Dostoevskij e Kafka nella sua ricostruzione di questo incubo. Con I gentiluomini di fortuna, Mohamed ci ha dato una visione chiara di così tante vittime intrappolate nelle fauci dei sistemi legali razzisti».
«The Washington Post»

Dettagli libro

Sull'autore

Nadifa Mohamed

Scrittrice somala naturalizzata britannica, è nata nel 1981 a Hargheisa e nel 1986 si è trasferita con la famiglia in Inghilterra, dove ha terminato gli studi storico-politici a Oxford. Giornalista per «The Guardian», ha esordito nella narrativa nel 2009 con Mamba Boy, con cui ha vinto il Betty Trask Award. Nel 2013 è stata annoverata tra i trentanove scrittori africani più promettenti sotto i quarant’anni, figurando nella raccolta Africa39, e nel 2018 è entrata nella Royal Society of Literature. I gentiluomini di fortuna, il suo terzo romanzo, è stato finalista al Booker Prize e al Costa Book Award ed è stato incluso tra i migliori libri dell’anno da «The Guardian», «The New York Times» e «The New Yorker».

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