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Ambientato in una Toscana appartata e solitaria, tra boschi incontaminati e vigneti, Foschia è il racconto di una storia familiare dai contorni decisi, intenso e conturbante. Adulta e già malata, Marta decide di ripercorrere con la memoria il rapporto teso e tormentato vissuto con il padre Lapo, un affermato critico d’arte, uomo carismatico di grande fascino e talento. Nel ricordo, l’ammirazione da parte di lei bambina si trasforma dapprima in infatuazione e poi, via via, in una forma di attrazione più subdola e pericolosa. Dopo l’infanzia passata a Lupaia, luogo affascinante e misterioso, Marta si trasferisce con il padre e il fratello nella più austera Torre al Salto, dove, preda di pulsioni che coincidono con un naturale risveglio dei sensi e delle inevitabili trasformazioni dovute all’adolescenza, vive un momento delicato all’interno di una famiglia che non sente più come sua. Sono lontani i giorni in cui Marta cresceva accanto alla madre, donna anticonformista e inquieta, dal carattere quasi selvaggio ma profondamente legato alla natura, e lontano è il ricordo delle gite fatte insieme a Lapo nei dintorni di Lupaia per vedere le opere di Piero della Francesca o del Pontormo. Avvolti da una densa foschia sono anche gli anni in cui Marta aveva esaltato la figura del padre, legandola a ideali di purezza e bellezza, che lo scontro con la realtà porterà irrimediabilmente a rinnegare, non senza uno strascico di dolorose conseguenze.
Con uno stile affilato e allo stesso tempo avvolgente, Anna Luisa Pignatelli, già definita da Tabucchi«una voce insolita nella letteratura italiana di oggi», rivela gli aspetti più nebulosi e le ambiguità delle relazioni familiari in un gioco delle parti in cui i ruoli della vittima e del carnefice, dell’uomo e della donna, si alternano e si confondono per una storia forte, difficile da dimenticare.

Hanno detto di Ruggine:

«Severo e bello Ruggine. Un ritratto del mondo che dà i brividi».
Ida Bozzi, «Corriere della Sera - La Lettura»


«La storia desolata di Gina potrebbe essere una riscrittura – appena straniata – di Un cuore semplice di Flaubert. L’arte di non coincidere perfettamente con il proprio tempo è quella che rende un testo vicino all’essere un classico e questo è il caso di Ruggine».
Filippo La Porta, «Il Sole 24 Ore»


«Una storia “dura”, di simenoniana memoria».
Bruno Quaranta, «TTL»


«Una Maddalena moderna e tragica. Nell’asciuttezza dello stile, nella precisione dello sguardo, l’autrice ricorda Giovani di Federigo Tozzi e Casa d’altri di Silvio D’Arzo». Alessandro Zaccuri, «Avvenire»

«La prosa di Anna Luisa Pignatelli appartiene alla migliore tradizione narrativa italiana».
Guido Caserza, «Il Mattino»


«Scrittrice dal palato letterario fine e ben riconoscibile».
Renato Minore, «Il Messaggero»

Dettagli libro

Sull'autore

Anna Luisa Pignatelli

Toscana di nascita, ha trascorso molti anni fuori dall’Italia, fra cui diversi in Tanzania, Portogallo, Corea del Sud e Guatemala. È molto conosciuta e apprezzata in Francia, dove, nel 2010, ha vinto il Prix des lecteurs du Var con la traduzione della raccolta Nero toscano. Con Ruggine (Fazi Editore, 2016), molto apprezzato dal pubblico e dalla critica, ha vinto il Premio Lugnano 2016. Sempre per Fazi Editore, nel 2019, è uscito Foschia.

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