Abbiamo tutti provato almeno una volta nella vita il desiderio di sparire da questa terra senza lasciar traccia, ma quasi nessuno ci è riuscito. Uno dei pochi che ce l’ha fatta è stato un uomo da cui nessuno se lo sarebbe aspettato. Federico Caffè è stato uno dei più importanti economisti italiani del XX secolo. Irreprensibile, austero, generoso e coraggioso, è stato il Maestro di intere generazioni di economisti – tra i quali, solo per citare i più celebri, Mario Draghi, Ignazio Visco, Ezio Tarantelli, Fausto Vicarelli, Franco Archibugi, Giorgio Ruffolo, Marcello De Cecco, Bruno Amoroso ed Enrico Giovannini. Eppure, a un certo punto della sua vita, la sua insita malinconia si è tramutata in depressione. La notte tra il 14 e il 15 aprile del 1987 è uscito di casa a Roma e di lui si sono perse le tracce. I suoi allievi di molte generazioni setacciarono la città alla ricerca del loro adorato docente, ma era come sparito nel nulla. E a distanza di trentacinque anni da quel fatidico giorno, il mistero della sua scomparsa è più impenetrabile che mai. Nel frattempo, l’aura che circondava la sua opera di economista e di docente, impegnato con tutte le sue energie intellettuali nella difesa dei ceti più vulnerabili, si è fatta sempre più luminosa. Caffè fu il testimone di nozze dei genitori di Archibugi, che poi ne divenne uno degli ultimi alunni. Il rapporto tra i due si fece sempre più stretto, fino a fare di Archibugi quel figlio mancato che Caffè non ha avuto. Il suo pupillo fu tra i primi a recarsi a casa sua quando sparì, perlustrò la zona, si strinse intorno al fratello e ai nipoti, interloquì con la Questura, tenne a bada la stampa che ricercava uno scandalo, si recò in Vaticano per sapere se fosse possibile rinchiudersi in un convento senza dichiararlo, fu interrogato dai servizi segreti. Dopo decenni dalla scomparsa, il resoconto di Archibugi non solo svela per la prima volta i dettagli di questa incredibile vicenda, ma fa emergere quanto gli incoraggiamenti e l’affetto che Caffè ha donato a tutti coloro che l’hanno conosciuto abbiano lasciato un segno indelebile.
La vita e la misteriosa scomparsa di Federico Caffè raccontate dalla prospettiva del tutto inedita di una delle poche persone che può dire di aver conosciuto veramente il grande economista.
«In queste pagine appassionate, si sente l’atmosfera di quegli anni belli e difficili che Caffè incarnava: la ricerca economica associata sempre a uno scopo sociale, la serietà dello studio, la cultura, ma anche il distacco del professore da un nuovo mondo che incalzava, con cui lui non si sentiva in sintonia. Il Maestro si dedicava completamente ai suoi studenti, creava un legame per la vita, era lo specchio in cui chi cercava se stesso poteva riflettersi».
Cristina Comencini
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Original text
Yes -
Language
Italian -
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About the author
Daniele Archibugi
Dirigente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Professor of Innovation, Governance and Public Policy presso il Birkbeck College, Università di Londra, ha insegnato presso numerose università, tra cui Harvard, Cambridge, Napoli, La Sapienza, la LUISS e la London School of Economics. Si occupa di globalizzazione, cambiamento tecnologico e filosofia politica delle relazioni internazionali. Le sue opere sono state pubblicate in diverse lingue.