Yeruldelgger. Morte nella steppa

Yeruldelgger. Morte nella steppa

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Non comincia bene la giornata di un commissario mongolo se, alle prime luci dell’alba, in una fabbrica alla periferia della città, si ritrova davanti i cadaveri di tre cinesi, per di più con i macabri segni di un inequivocabile rito sessuale. E la situazione può solo complicarsi quando, poche ore dopo, nel bel mezzo della steppa, è costretto a esaminare una scena perfino più crudele: i resti di una bambina seppellita con il suo triciclo. Quello che però il duro, rude, cinico ma anche romantico commissario Yeruldelgger non sa è che per lui il peggio deve ancora arrivare.
A intralciare la sua strada, e a minacciare la sua stessa vita, politici e potenti locali, magnati stranieri in cerca di investimenti e divertimenti illeciti, poliziotti corrotti e delinquenti neonazisti, per contrastare i quali dovrà attingere alle più moderne tecniche investigative e, insieme, alla saggezza dei monaci guerrieri discendenti di Gengis Khan. Sullo sfondo, una Mongolia suggestiva e misteriosa: dalla sconfinata Ulan Bator alle steppe abitate dagli antichi popoli nomadi, un coacervo di contraddizioni in bilico fra un’antichissima cultura tradizionale e le nuove, irrefrenabili esigenze della modernità. Yeruldelgger dovrà compiere un viaggio fino alle radici di entrambe, se vorrà trovare una soluzione per i delitti, e anche per se stesso. Un thriller classico, a tinte forti, con un’ambientazione unica, in cui pagina dopo pagina si susseguono le scene ad alta tensione e ogni calo di emotività è bandito.

«Yeruldelgger è uno dei personaggi più originali, forti e convincenti apparsi negli ultimi anni nel panorama del noir europeo».
Giancarlo de Cataldo, «la Repubblica»

«Mongolia immensa, spirituale, nera, nel romanzo rivelazione di Ian Manook. Un racconto inesauribile, che risuona ben oltre la rivelazione del male e lo svelamento del colpevole. L’esordio di Manook impone lo spaesante scenario mongolo nell’immaginario del poliziesco, così come vent’anni fa Mankell impose la Svezia».
Roberto Iasoni, «Corriere della Sera»


«Ian Manook mette in scena un giallo dai sapori forti, in un paese ricco di contraddizioni. L’autore è molto abile a trascinare il lettore in una trama violenta e in luoghi esotici. Un romanzo giallo e al tempo stesso un libro di viaggio».
Brunella Schisa, «il Venerdì di Repubblica»


«Fazi fa delle indagini del commissario Yeruldelgger la sua scommessa per le letture sotto l’ombrellone e non è difficile capire fin dalle prime righe perché la puntata è vincente».
Cristina Nadotti, «la Repubblica»


«Il thriller di Manook è un magnifico reportage in un mondo perlopiù sconosciuto».
Fabrizio D’Esposito, «Il Fatto Quotidiano»

Dettagli libro

Sull'autore

Ian Manook

Giornalista, editore e romanziere, vive a Parigi. Ha esordito con Yeruldelgger. Morte nella steppa, primo capitolo di una trilogia con lo stesso protagonista al quale sono seguiti Yeruldelgger. Tempi selvaggi e Yeruldelgger. La morte nomade. Pluripremiato e adorato dai lettori e dalla critica, Yeruldelgger è un vero e proprio fenomeno. Fazi Editore ha pubblicato anche i romanzi Mato Grosso, Heimaey e Askja.

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