Ingiustamente trascurato fino ad oggi quale vero e proprio capolavoro letterario dell'età moderna, La salita del monte Carmelo è l'opera più importante e significativa di Giovanni della Croce, da molti considerato uno dei maggiori poeti di lingua spagnola. Scritto tra il 1579 e il 1585 nella forma di un trattato introdotto da una splendida lirica, il testo è il contrappunto letterario del grande rinnovamento spirituale carmelitano, di cui Giovanni fu con santa Teresa d'Avila il principale artefice. Simbolo del contatto tra il divino e il terreno, tra il finito e l'infinito, il "monte" è in Giovanni della Croce la meta di un pellegrinaggio verso una liberazione: quella dell'anima dai pesi e dalle forze che la separano da Dio, dal Bene, dalla gioia. Ispirata dalle otto strofe della poesia di apertura - quella Notte oscura, illuminata dalle fiamme dell'amore, in cui l'anima si spoglia e si purifica dal male per prepararsi all'abbraccio con l'amato -, fitta di simbolismi e temi psicologici (l'evasione dal sensibile, il passaggio dalla meditazione alla contemplazione, l'esperienza mistica), la Salita non è solo uno scritto ascetico, ma anche un'opera di forte significato teologico e letterario. Non a caso la sede spirituale scelta dal poeta è il Carmelo, il monte dove il profeta Elia, con una preghiera, sconfisse i riti e le magie dei sacerdoti del dio Baal. Dopo la notte dei sensi e la notte dello spirito, di capitolo in capitolo, "di balza in balza" anche l'anima di Giovanni giunge alla meta, al congiungimento con l'amato, alla "trasformazione nell'amato", sul "monte della perfezione", in un cammino difficile ma esaltante che ha affascinato i lettori di ogni tempo.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
371 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Giovanni della Croce
Giovanni della Croce nacque nel 1542 a Fontiveros, nella Vecchia Castiglia. Completata la formazione teologica e filosofica all'università di Salamanca, diventò amico e collaboratore di santa Teresa d'Avila, con la quale avviò una profonda riforma del ramo maschile dei carmelitani. A causa dei conflitti all'interno dell'ordine, nel 1577 venne arrestato e incarcerato a Toledo, da dove riuscì a fuggire. Morì nel 1591 e fu proclamato santo e dottore della Chiesa. Oltre alla Salita del monte Carmelo, le opere maggiori di Giovanni della Croce sono il Cantico spitituale, la Notte oscura dell'anima e Fiamma d'amor viva.