Premio Pulitzer, 2009 Premio Bancarella, 2010 Premio Mondello, 2012
In un angolo del continente nordamericano c’è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull’Oceano Atlantico c’è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È Olive Kitteridge, un’insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell’animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima, abbandonata sull’altare ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex insegnante: «Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi». Con dolore, e con disarmante onestà, in Olive Kitteridge si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana – e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. E il fragile, sottile miracolo di un’altissima pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo “romanzo in racconti”, del Premio Pulitzer 2009.
«Elizabeth Strout scrive romanzi a tutto tondo, romanzi alla vecchia maniera eppure nuovi, romanzi corposi, classici, avvolgenti». Paolo Giordano, «Corriere della Sera»
«Le fotografie raccolte in Olive Kitteridge non le si riesce a guardare senza commozione». Alessandro Baricco, «la Repubblica»
«Olive Kitteridge sembra destinato a raccogliere la stessa popolarità di romanzi leggendari come Via col vento di Margareth Mitchell, Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway, Furore di John Steinbeck e Amatissima di Toni Morrison». Alessandra Farkas, «Corriere della Sera»
«Un romanzo delicato, sottile ma anche brusco e sensibile come la sua protagonista». Daria Bignardi, «Donna Moderna»
«Elizabeth Strout è ai vertici della narrativa contemporanea di lingua inglese». Roberto Bertinetti «Il Sole 24 Ore»
«Elizabeth Strout è uno di quegli scrittori rarissimi capaci di fare di garbo e sottigliezza una forza, senza lasciare una parola al patetico». Tiziano Gianotti, «D di Repubblica»
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
385 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Elizabeth Strout
È tra le più importanti autrici statunitensi contemporanee. È nata a Portland, nel Maine, nel 1956 e da quasi trent'anni si è stabilita a New York. Ha insegnato letteratura e scrittura al Manhattan Community College per dieci anni e scrittura alla New School. I suoi racconti sono apparsi in numerose riviste, tra le quali il «New Yorker». Dell'autrice Fazi Editore ha pubblicato Amy e Isabelle, acclamato da pubblico e critica, e vero e proprio caso editoriale, Resta con me e I ragazzi Burgess. Con Olive Kitteridge ha vinto il Premio Pulitzer (2009), il Premio Bancarella (2010) e il Premio Mondello (2012). Dalla stessa raccolta di racconti è stata tratta una serie tv, prodotta dalla HBO, i cui protagonisti sono gli attori Frances Mc Dormand come protagonista e Richard Jenkins.