I complici Tutti gli uomini di Bernando Provenzano da Corleone al Parlamento

I complici

Tutti gli uomini di Bernando Provenzano da Corleone al Parlamento

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Da uno dei maggiori giornalisti d'inchiesta italiani e da un grande esperto di cose siciliane, un libro ricco di materiale inedito (intercettazioni di telefonate tra i figli di Provenzano, documenti tratti da inchieste giudiziarie sui favoreggiatori) su Provenzano, la nuova mafia e i suoi rapporti con la politica. La biografia dell'ultimo capo dei capi letta attraverso le sue alleanze politiche ed economiche: dall'accordo con il Partito Socialista del 1987 fino alla stagione delle bombe di mafia del 1992-93; dall'arresto di Totò Riina fino al patto stretto, secondo i magistrati di Palermo, con i vertici di Forza Italia e dell'Udc siciliana. Un libro esplosivo che ricostruisce, con documenti e testimonianze inedite, la ragnatela di rapporti che hanno permesso a Provenzano di restare libero per quarantatre anni. Un viaggio nella Mafia spa, un'organizzazione criminale che in Sicilia controlla buona parte degli appalti pubblici, lavora con molte cooperative rosse e imprese di dimensione internazionale, ha uomini infiltrati nelle banche, nelle istituzioni economiche, come la Confindustria, e in quelle culturali, come l'università. Quattordici anni dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino, l'opera di Peter Gomez e Lirio Abbate racconta come tutto in Sicilia sia tornato come prima, con decine di deputati regionali eletti a Palazzo dei Normanni nonostante i loro evidenti legami con Cosa Nostra, con una serie di parlamentari nazionali arrivati a Roma dopo aver contrattato l'appoggio degli uomini d'onore. Una lenta e inarrestabile riconquista del potere resa possibile dal silenzio delle istituzioni e dei media. In questo quadro l'arresto di Provenzano, più che il segnale della riscossa, diventa solo una tappa nella metamorfosi definitiva verso la mafia del terzo millennio: quella che alla lupara preferisce il doppiopetto.

Dettagli libro

Sull'autore

Lirio Abbate

Lirio Abbate nasce in provincia di Palermo a Castelbuono, comincia la sua carriera giornalistica nel 1990 al «Giornale di Sicilia» di Palermo, dove rimane fino al 1997, quando poi passa all'Ansa, come redattore di Palermo. Cronista de «La Stampa» dal 1998, segue i processi e le inchieste di mafia, occupandosi in particolar modo dei rapporti tra criminalità organizzata e politica. Sempre per «La Stampa» ha effettuato reportage sugli sbarchi degli immigrati nelle coste siciliane, sul traffico di esseri umani, e in particolar modo sulla spesso taciuta drammaticità della situazione a Lampedusa. I suoi meriti professionali vengono presto riconosciuti con l'attribuzione, da parte dell'Unci, del premio Cronista dell'anno 2003. Le sue inchieste non si limitano tuttavia al solo territorio italiano: si occupa, infatti, della situazione umanitaria nel Darfur e nelle aree di confine del Ciad. Nel 2004 inizia a collaborare con l’Ansa di New York e Washington. Realizza servizi nella base militare di Fort Polk, dove vengono addestrati i soldati destinati alle missioni in Iraq; alla frontiera della morte con il Messico; nella Yucca Mountain, a 1500 metri d'altezza, in pieno deserto del Sud Nevada, la più grande pattumiera al mondo di scorie nucleari. La sua più grande impresa giornalistica si svolge però ancora in Italia, proprio in Sicilia, quando si ritrova primo e unico giornalista presente sul luogo al momento della cattura del capomafia Bernardo Provenzano, potendo così dare la notizia della cattura con tutti i particolari del blitz in diretta. Difatti Abbate da anni segue le inchieste che riguardano i favoreggiatori del boss rivelando tanti retroscena sulla latitanza del capomafia corleonese, scavando in particolare sulla permanenza del padrino a Marsiglia. Con I Complici Abbate traccia la parabola dell'ultimo capo dei capi cercando di ricostruire quella ragnatela di rapporti, politici ed economici, che hanno permesso al “Tratturi” di restare libero per quarantatre anni.

Peter Gomez

Peter Gomez è un giornalista e scrittore italiano. Cronista giudiziario de «L’Espresso», collaboratore di «Micromega», ha scritto per «Il Giornale» di Montanelli e per «La Voce». Particolarmente coraggiosi gli articoli, scritti insieme a Marco Lillo sulle inchieste del P.M. di Potenza Woodcock sulla “holding del malaffare”, che denunciavano il coinvolgimento di molti personaggi importanti con un sottobosco di faccendieri negli ambienti ministeriali. Il lavoro di Woodcock, ad avviso dei due giornalisti, “scatta una foto a tradimento al retrobottega della seconda repubblica”. Ma tali inchieste non hanno avuto seguito, alle denunce dei due giornalisti è seguito un totale silenzio non solo delle istituzioni ma addirittura di tutta la stampa che anzi ne ha sostenuto l'infondatezza. Contro un tale atteggiamento da parte dei colleghi, Lillo e Gomez hanno reagito scrivendo su Società Civile un pezzo intitolato La Congiura del silenzio. Gomez deve però la notorietà presso il grande pubblico grazie alla sua collaborazione con Marco Travaglio con il quale ha condotto inchieste sulle vicende della politica e dell'illegalità nell'Italia berlusconiana. Nei suoi libri così come nei sui articoli continua a denunciare gli scabrosi rapporti tra politica, alta finanza, corruzione e mafia. Ne I complici, scritto insieme al giornalista Lirio Abbate, Gomez ribadisce come combattere Cosa Nostra assuma le caratteristiche di uno scontro di civiltà con guerre che persistono a dispetto del frequente mutare di equilibri politici che nel Paese indirizzano anche i comportamenti delle istituzioni.

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