A Brief History of the Future of the United States of Europe

A Brief History of the Future of the United States of Europe

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2012 will be remembered as a turning point in the history of European integration. Somewhat reluctantly, after flirting for years with dangerous and probably unviable alternatives, Angela Merkel’s Germany seems to have made peace with the idea that that the only way to save the euro is to create a genuine European “political union”: the United States of Europe. Following Hollande’s election in France, the grip of neoliberalism and austerity on the continent is slowly but unrelentingly easing. A fiscal and monetary union cannot survive if it is not backed by a full-blown federal state capable of (partly) assuming the debts of individual nation states; of issuing eurobonds through a federal Treasury; of spearheading a radical reform of the international monetary system; and much more. Europe cannot surrender itself, and the world, to the overwhelming power of global finance: on the contrary, it should champion an international agreement to put an end to unregulated capital and financial flows. Tightly regulating financial traffic is nowadays as crucial as controlling air traffic. Moreover, Europe needs to rapidly develop an ambitious, continent-wide employment-enhancing strategy. The neoliberal policies thus pursued – based on the principle that first comes austerity, then growth – have proven to be a colossal failure. We have to go back to Keynes, who flipped the theory over: investments create savings, income and employment.

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Sull'autore

Gianni Pittella

È il primo vicepresidente del Parlamento Europeo, e in questa veste è responsabile per i rapporti tra il Parlamento Europeo, il mondo arabo e l'America Latina. Esperto di questioni economico-monetarie, segue le Commissioni affari economici e cultura. È inoltre membro della direzione nazionale del Partito Democratico. Tra i suoi ultimi lavori si ricordano L’Europa indispensabile (2009), Domani a mezzogiorno (2010) e Dallo spread allo sprint (2012).

Elido Fazi

Elido Fazi si laurea in Economia e Commercio presso l'Università La Sapienzadi Roma e nel 1977 consegue un Master in Economia presso l'Università di Manchester. Nel 1979, dopo due anni presso la Ford of Europe di Londra, entra alla Business International Corporation, per la quale dall'86 dirige la sede italiana. Nel 1989 viene nominato Vice Presidente di Business International/The Economist Intelligence Unit, con responsabilità per i paesi mediterranei. Nel 1993 fonda Business International, società a capitale italiano che gestisce il marchio Business International di proprietà dell'Economist Group con un accordo di licensing. Nel 1994 fonda la casa editrice, Fazi Editore. Ha tradotto e pubblicato il poema in versi La caduta di Iperione (1995), e ha scritto due romanzi ispirati alla vita di John Keats, L'amore della luna (2005) e Bright Star (2010). Con Paolo C. Conti, ha pubblicato il pamphlet Euroil. La borsa iraniana del petrolio e il declino dell'impero americano (2007). Di grande successo fu la collana One Euro, in cui pubblicò La terza guerra mondiale? La verità sulle banche, Monti e l'Euro (2012) e La terza guerra mondiale? libro secondo - Chi comanda, Obama o Wall Street? (2012). Con Gianni Pittella (vice presidente del Parlamento Europeo) ha pubblicato Breve storia del futuro degli Stati Uniti d'Europa (2013).

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