Lirio Abbate

Lirio Abbate nasce in provincia di Palermo a Castelbuono, comincia la sua carriera giornalistica nel 1990 al «Giornale di Sicilia» di Palermo, dove rimane fino al 1997, quando poi passa all'Ansa, come redattore di Palermo. Cronista de «La Stampa» dal 1998, segue i processi e le inchieste di mafia, occupandosi in particolar modo dei rapporti tra criminalità organizzata e politica. Sempre per «La Stampa» ha effettuato reportage sugli sbarchi degli immigrati nelle coste siciliane, sul traffico di esseri umani, e in particolar modo sulla spesso taciuta drammaticità della situazione a Lampedusa. I suoi meriti professionali vengono presto riconosciuti con l'attribuzione, da parte dell'Unci, del premio Cronista dell'anno 2003. Le sue inchieste non si limitano tuttavia al solo territorio italiano: si occupa, infatti, della situazione umanitaria nel Darfur e nelle aree di confine del Ciad. Nel 2004 inizia a collaborare con l’Ansa di New York e Washington. Realizza servizi nella base militare di Fort Polk, dove vengono addestrati i soldati destinati alle missioni in Iraq; alla frontiera della morte con il Messico; nella Yucca Mountain, a 1500 metri d'altezza, in pieno deserto del Sud Nevada, la più grande pattumiera al mondo di scorie nucleari. La sua più grande impresa giornalistica si svolge però ancora in Italia, proprio in Sicilia, quando si ritrova primo e unico giornalista presente sul luogo al momento della cattura del capomafia Bernardo Provenzano, potendo così dare la notizia della cattura con tutti i particolari del blitz in diretta. Difatti Abbate da anni segue le inchieste che riguardano i favoreggiatori del boss rivelando tanti retroscena sulla latitanza del capomafia corleonese, scavando in particolare sulla permanenza del padrino a Marsiglia. Con I Complici Abbate traccia la parabola dell'ultimo capo dei capi cercando di ricostruire quella ragnatela di rapporti, politici ed economici, che hanno permesso al “Tratturi” di restare libero per quarantatre anni.