Il colombo d'argento

Il colombo d'argento

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Una torrida mattina di Pentecoste, immerso nella luce che indora il paesaggio agreste della Russia pre-rivoluzionaria, un giovane vaga assorto nei suoi pensieri. Pëtr Dar’jal’skij, studioso, poeta ed esponente della classe intellettuale che andava formandosi in quegli anni percorsi da vagiti rivoluzionari e profonde metamorfosi sociali, è alla ricerca di una verità su se stesso e sul mondo. Sta trascorrendo l’estate nella tenuta della fidanzata, Katja Gugoleva, nipote della baronessa Todrabe-Graaben, una nobile russa decaduta, quando incontra Matrëna Semënovna, serva dell’ambiguo falegname Mitrij Kudejarov, che lo seduce e lo avvicina alla setta dei colombi, un culto esoterico che attende l’avvento di un nuovo Spirito. Ed è proprio quest’incontro ad attirarlo fatalmente verso un passato ancestrale, inconsapevole della trappola che è stata ordita alle sue spalle. Lacerato dal dilemma tra un presente che si fa sempre più ermetico e un passato che lo richiama senza tregua a una redenzione, Dar’jal’skij è metafora di una cultura sull’orlo del baratro, consapevole del suo incerto equilibrio, del nero cielo occidentale verso cui volge lo sguardo. In questo romanzo di contrasti, enigmi e visioni, Andrej Belyj racconta, con un virtuosismo stilistico capace di spaziare da vertici di assoluto lirismo al parlato “aspro” degli ambienti rurali, la metamorfosi di un singolo individuo e di un popolo sotto l’incedere della Storia. Attraverso il contrasto tra la ragione e il sentimento, la scienza illuminata e le credenze popolari, il senso di crisi sociale e la necessità di una rinascita spirituale, Il Colombo d’argento coglie le inquietudini dell’epoca che precede la Rivoluzione d’Ottobre e si erge a brillante paradigma del simbolismo russo, di cui Belyj è stato pioniere.

«Una tale penetrazione nell’anima del popolo non si aveva dai tempi di Dostoevskij».
Sergej Bulgakov

«Un libro notevole e potente».
Simon Karlinsky, «The New York Times»

«L’elemento perturbante del popolo russo ha trovato nel romanzo di Belyj una geniale riproduzione letteraria». Nikolaj Berdjaev, «Novoe literaturnoe obozrenie»

«Un libro meraviglioso».
Sergej Esenin, Poslednij Lel’

Book details

About the author

Andrej Belyj

Pseudonimo di Boris Nikolaevic Bugaev, è stato una figura di assoluto rilievo nel panorama letterario russo. Scrittore, poeta, saggista, critico letterario, filosofo, negli anni dell’adolescenza entrò in contatto con Sergej Solov’ëv, nipote del filosofo Vladimir Solov’ëv, le cui dottrine influenzeranno tutta la sua opera. Esponente di spicco del movimento simbolista russo, a partire dal 1903 ebbe un intenso rapporto epistolare con Aleksandr Blok, che in seguito conobbe personalmente. Fu autore di raccolte di poesie, romanzi (Pietroburgo, definito da Nabokov «uno dei quattro più grandi romanzi del Ventesimo secolo»), saggi e libri di memorie che restituiscono in modo brillante la travagliata parabola storico-culturale della Russia d’inizio secolo.

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