Elizabeth Jane Howard. Un'innocenza pericolosa

Elizabeth Jane Howard. Un'innocenza pericolosa

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L’immagine di Elizabeth Jane Howard è associata a quella della femme fatale: l’incedere altero, l’eleganza aristocratica che le donne di ricca estrazione riescono a esibire in ogni circostanza senza risultare fuori luogo. La sua infanzia fu tormentata dalla depressione della madre e dalle molestie da parte del padre, e da giovane cercò la propria emancipazione attraverso la carriera di attrice, ma vide il suo sogno infrangersi con il matrimonio e l’arrivo della guerra. Si diede quindi alla narrativa. Nei suoi romanzi, Howard rappresenta con precisione etologica e con la disinvoltura conferita da una lunga esperienza le dinamiche matrimoniali, le sottigliezze dei rapporti sentimentali, le sfumature e le contraddizioni dell’amore che solitamente si impiega un’intera esistenza a cogliere nella loro interezza. Eppure, se si guarda alla sua vita privata, è difficile cogliere tracce sia della sicumera sfoggiata nel portamento, sia della perspicacia riversata negli scritti. Il suo contegno era un paravento dietro il quale celare la propria profonda insicurezza, il suo sentirsi fuori luogo in ogni situazione, specialmente nei ricevimenti della buona società. La sua vita sentimentale fu un’infilata di matrimoni catastrofici – l’ultimo dei quali, il terzo, con Kingsley Amis – intervallati da legami sentimentali e avventure rapsodiche, rosicchiate dalla frustrazione, spesso umilianti. Mentre era in vita il suo lavoro di scrittrice venne adombrato e ostacolato dall’ego e dalle insistenti richieste degli uomini che le stavano accanto; solo di recente è stata riscoperta come una delle autrici più importanti del Novecento inglese, e i cinque volumi della saga dei Cazalet (da cui il produttore di Downton Abbey trarrà una serie tv) sono la sua opera più imponente.
Artemis Cooper ci regala un ritratto strabiliante di una donna maledetta due volte, dalla sua bellezza e dalla sua acuta sensibilità, la cui innocenza fu innanzitutto un pericolo per se stessa.

«Una scrittura travolgente».
«The Guardian»

«Cooper ha raccolto con assiduità le testimonianze di tutte le persone che Howard ha incontrato: i dettagli e gli scenari che restituisce solleticheranno la vostra curiosità».
«The Times»

«In questa biografia ammaliante, Cooper modella l’immagine di una donna complessa e complicata».
«Sunday Express»

«Un tesoro inaspettato. Emozionante e unitario come un romanzo, riesce nell’arduo compito di esporre una densa e impegnativa storia personale. [...]
Questo libro fa onore alla letterarietà della biografia e, una volta terminata, anche i più affezionati lettori di Howard si fionderanno sui suoi libri per riscoprirli».
«Financial Times»

«Ho assaporato ogni singola e incantevole parola di questa biografia. Il racconto triste e rivelatori, pervaso da una scrittura intelligentissima, della vita di una donna impegnata a scrivere, cucinare e fare sesso».
«Daily Mail»

Book details

About the author

Artemis Cooper

È autrice di diversi libri, fra cui Cairo in the War, 1939-1945, Writing at the Kitchen Table: The Authorized Biography of Elizabeth David e, più di recente, Patrick Leigh Fermor: An Adventure. Con il marito, Anthony Beevor, ha scritto Paris After the Liberation, 1945-1949. Ha curato due raccolte di lettere oltre a Words of Mercury, un’antologia dell’opera di Patrick Leigh Fermor; e, con Colin Thurbron, ha curato The Broken Road, volume conclusivo della trilogia europea di Leigh Fermor.

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